A Berlino la tragedia di Carlo Giuliani

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Matisse
view post Posted on 17/2/2010, 00:16




CITAZIONE
“Due vite per caso” di Aronadio con la Ragonese. Attesa oggi per il film “in contumacia” di Polanski

FULVIA CAPRARA INVIATA A BERLINO

Prodotto da Anna e Sauro Falchi, realizzato con il finanziamento ministeriale, Due vite per caso è un debutto atipico nel panorama italiano, e magari proprio per questo è stato invitato al FilmFest: «Dopo aver letto la sceneggiatura, in molti si sono spaventati e hanno lasciato perdere. Eppure questo non è un film sul G8, piuttosto vuole descrivere quel senso di attesa un po’ vana e disperata che segna la vita di tanti ragazzi come Matteo. In Italia per i giovani non ci sono occasioni, è un paese governato da persone anziane che vogliono fare i giovanili». Prima di girare, Aronadio, che si è laureato a Palermo con una tesi sul Doppio nel cinema di David Croneneberg e ha frequentato la Los Angeles Film School a Hollywood, aveva visto il documentario della Comencini su Carlo Giuliani. Lo avevano colpito «i vari bivi davanti a cui Giuliani si era trovato quel giorno, il fatto che non volesse andare proprio lì dove poi è stato ucciso».

All’epoca dei fatti, Isabella Ragonese, che nel film è Sonia, uno dei due innamoramenti di Matteo, viveva a Palermo e non era ancora attrice: «Quella del G8 è una ferita aperta che tentiamo un po’ tutti di rimuovere, ci provoca uno strano sentimento. Rivedendo le immagini in tv sembra di assistere a scene accadute in America latina. Intorno a quell’aggressione ci sono ancora tante domande rimaste senza risposta». Come per «la strage di Capaci - dice Ragonese - esiste un prima e dopo Genova, e se ne parla ancora troppo poco». Dopo Dieci inverni di Valerio Mieli, Ragonese si ritrova un’altra volta a recitare nel primo film di un autore italiano: «Ne sono felice, fare un’opera prima vuol dire accettare qualcosa a scatola chiusa, non sai come andrà a finire, è ben diverso da quando si lavora con un regista affermato da cui ti senti in qualche modo protetta. Però è il modo migliore per crescere e imparare». Leggi intero articolo

Fonte: www.lastampa.it

 
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